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Vent’anni fa avevo ventidue anni. All’epoca ero una fricchettona che indossava sempre un maglione super colorato, di quelli un po' etnici, fatti a mano, e pantaloni della tuta. Ma a pensarci bene, tutto è cominciato molto prima! Allora studiavo a Urbino, sociologia. Era il mio piano B. Non era male come piano… tutto sommato era interessante, e in fin dei conti lo avevo scelto io. Lo avevo scelto una volta persuasa che il piano A fosse irrealizzabile. Un sogno nel cassetto io l’avevo, ma credevo che non l’avrei mai realizzato, più che altro mi avevano convinto che con l’arte non si vive, così mi preparavo diligentemente, e non senza successo, a una vita in cui avrei avuto il mio buon lavoro in qualche ufficio importante. Io ero brava a studiare e mi hanno sempre spinta a non accontentarmi di un lavoro manuale… roba per chi non ha la testa… a quell’epoca era questo che ti insegnavano i professori, e che ti inculcavano in famiglia, anche se venivi da una famiglia di artigiani…
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PORTA-MI VIA

  Dal punto di vista delle idee, quest’anno è partito davvero alla grande. Siamo giusto a fine febbraio e ho già sfornato due nuove collezioni e un nuovo progetto grafico. E siccome si tratta di una novità assoluta, e siccome è una cosa dedicata dedicata alla città che ho scelto, sebbene ultimo in ordine cronologico di realizzazione, si ritroverà beato tra i primi ad essere presentato.   Come dicevo PORTA-MI VIA è un progetto grafico dedicato alla città che ho scelto come mia: Bologna. E quando quando penso a Bologna, come alla maggior parte delle persone  che vivono qui, la prima cosa che mi viene in mente (dopo San Luca) sono le sue porte.   PERCHÉ LE PORTE Perché la porta è qualcosa che tiene fuori, ma che allo stesso tempo tiene dentro. Perché una porta in cui si entra non è uguale alla stessa porta da cui si esce. Perché una porta è qualcosa che va al di là dell’oggetto concreto e si fa carico del cambiamento del punto di vista (concreto o ideale) di chi la attravers

2024: ThinkOutsideTheBox alla conquista del mondo

Un nuovo anno ha inizio, e come tante altre persone, mi ritrovo qua, al 3 di gennaio, a fare la lista dei buoni propositi e degli obiettivi per il 2024. Ma se non è la prima volta che leggete il mio blog, già saprete che sono convinta che non si può progettare senza guardare da dove si parte, così, ripercorrendo il 2023, mi sono accorta che lo scorso anno ho piantato davvero tanti semi. Il più importante potrei paragonarlo a quello di una quercia: stanziale, con un potenziale di grandi dimensioni, a crescita lenta e per cui occorre tanta pazienza prima di vederne i frutti: il mio laboratorio! Non mi dilungherò a raccontare cosa ha significato per me aprire un posto tutto mio... l'ho già fatto esaurientemente in altri post (vedi thinkoutsidethebox ) mentre invece mi piacerebbe parlare dei miei semi di tarassaco.  L'anno appena finito è stato davvero molto strano, perchè mi ha visto conciliare l'apertura di un punto fisso con le avventure in giro per nuove piazze, molte nuove

COMICS

Quando ero bambina avevo una grande passione: i fumetti di Walt Disney. A parte possedere alcuni intoccabili albi degli anni '40, di quelli formato A4 con le vignette in bianco e nero, ho una discreta quantità delle edizioni degli anni '80 e '90. Aspettavo il mercoledì come si aspetta il Natale solo per poter andare in edicola a comprarmi il mio Topolino, e quando negli anni sono iniziati a uscire anche Paperino e Paperinik, la mia paghetta era destinata all'amico Renzo (l'edicolante del quartiere) senza se e senza ma. Tornavo a casa e mi immergevo nella lettura da cima a fondo del mio fumetto. E non c'ero per nessuno. Ancora ricordo le saghe dei classici in cui topi e paperi vestivano i ruoli dei personaggi più famosi della letteratura, mai scorderò la prima versione di 1984 in cui Zio Paperone interpreta il Grande Papero, o Minnie e Topolino ne I Promessi Topi o Paperino in Morte di un Commesso Viaggiatore. Ma anche le avventure di Indiana Pipps o di Paperinik

FEMINISM

Come, spero, la maggior parte di voi saprà, da qualche mese a questa parte, ThinkOutsideTheBox ha una sede stabile, situata a Bologna in via Polese 9a.  Tuttavia, non tutti sanno che il laboratorio è anche un Punto Viola. Di cosa sto parlando? Sto parlando del fatto che quest'anno tutti i pezzi si sono finalmente uniti e tra i vari progetti che sono partiti, sono riuscita a realizzare qualcosa di concreto per un tema che da anni mi sta particolarmente a cuore: quello della lotta alla violenza di genere.    Ma facciamo un passo indietro. Punti Viola è un'iniziativa dell'associazione Donnexstrada (che si occupa di violenza contro le donne e sicurezza in strada) volta a creare dei luoghi sicuri nelle città; locali dove chi ha bisogno, può trovare un rifugio, può chiedere aiuto, essere ascoltato e indirizzato ai servizi del territorio.  Per creare un'impianto di questo tipo, l'associazione ha chiesto aiuto a tutti coloro che hanno voglia di mettere a disposizione il pro